Ho sempre invidiato la dimensione delle band, dove si condividono obiettivi, fatiche, conquiste. La vita del cantautore è spesso solitaria anche se per me la musica è sempre stata condivisione e se vedo qualcuno tra il pubblico con uno strumento, sicuramente trovo il modo di farlo salire sul palco. E questo vale anche quando registro un disco. È come una grande festa, una cena dove invitare tutti gli amici. Così si è composto miracolosamente un cast stellare di musicisti internazionali. Tuttavia la dimensione della band mi mancava, così lo scorso anno sono nati i Borderlobo, in un tempo in cui l’idea di finire questo disco era molto lontana. Alcune delle mie canzoni sono finite nel repertorio dei Borderlobo insieme a cover dei Los Lobos e di Fabrizio De Andrè, rivisitate in salsa tex mex.
Una band dove non sono il solo a cantare ma c’è anche Alex Kid Gariazzo, fuoriclasse della chitarra. Conosco Alex da tantissimi anni. Mi ricordo uno dei miei primissimi concerti, al Mambo di Piateda in Valtellina, con Alex Kid Gariazzo e Davide Buffoli. Alex era un fenomeno già allora e suonava con la Treves Blues Band. Si portava l’eredità importante di chitarristi come Paolo Bonfanti e Gnola e lo chiamavano Kid perché era un ragazzino, un prodigioso ragazzino. E quello sguardo da Kid gli è rimasto cucito addosso anche ora, perché sprizza gioia e ride ogni volta che suona. Continua a divertirsi dopo tutte le esperienze che ha fatto, arrivando a suonare perfino al Circo Massimo di Roma prima di Bruce Springsteen e dei Counting Crows. Alex è uno dei musicisti e degli amici che mi sono stati più vicini negli ultimi tempi e la nostra amicizia si è rafforzata anche grazie ai Borderlobo dove abbiamo coinvolto anche la sua compagna, Angie, sorprendente bassista che suona sul brano Se Vedessi la Baia Ora insieme ad Alex e David Bromberg alla slide. Il batterista dei Borderlobo è il grande Max Malavasi che suona le percussioni su Gabriela Y Chava Moreno per ricreare la dimensione di una cantina messicana lungo il Rio Grande. “Ho suonato l’artiglieria pesante. Bicchieri, cucchiai, e ho spaccato in terra una bottiglia di vetro”. Lavoro con Max da tanti anni e Max ha accompagnato molti dei cantautori che ho portato in Italia. È un pilastro nella band di Bocephus King e sono orgoglioso che sia andato al Premio Tenco di Sanremo con lui, così come sono molto fiero delle collaborazioni di Max con Carrie Rodriguez, Larry Campbell, James Maddock. Strade che si intersecano in continuazione in questo disco. Per suonare musica tex mex serve la fisarmonica e ho la fortuna di conoscere uno dei più grandi in assoluto: Flaviano Braga. Anche con Flaviano siamo amici e suoniamo insieme da una vita. Con lui ho condiviso le prime trasferte. Mi ricordo i concerti sulle rampe di Piazzale Michelangelo a Firenze e in una vigna nelle Langhe. Flaviano era già di un’altra categoria e in quegli anni andava in tournee in Giappone con una compagnia di Flamenco. Ma non ha mai lasciato il lavoro. Tutte le mattine all’alba si sveglia per andare a pulire le strade, questo è uno degli aspetti romantici che lo rendono ancora più speciale, perché davvero potrebbe suonare con chiunque, a qualunque livello. Nel disco Flaviano suona sulla canzone C’è e la sua fisa ricama un riff insieme alla sezione fiati. E’ uno dei brani più allegri e freschi del cd. Alla pedal steel, dobro e mandolino nei Borderlobo c’è Paolo Ercoli, altro compagno di viaggio fondamentale degli ultimi anni. La prima volta ci siamo incontrati a un concerto di Kevin Welch e poi abbiamo cominciato a suonare assieme ma soprattutto Paolo, col suo stile così americano, si è rivelato il partner perfetto per molti songwriter che portavo in Italia. Paolo ai tempi lavorava come concierge in un hotel di lusso a Milano. Un giorno mi chiama: “Andrea, se domani mi licenzio mi trovi abbastanza concerti con cui mi possa mantenere?”
“Paolo, non farlo! Io cercherò di farti suonare il più possibile, ma tu non farlo”.
Si era già licenziato in realtà e la strada del musicista non è facile, ma sicuramente Paolo ha fatto delle esperienze incredibili in questi anni. È uno dei musicisti più bravi e preparati su questi strumenti americani che in pochissimi suonano in Italia. Una sorta di ambasciatore del dobro, strumento con cui fa un bellissimo assolo sulla coda di C’è. In Maya dei Girasoli invece suona la pedal steel.
Un altro punto fermo della band è il trombettista Raffaele Kohler, ma di lui vi parlerò nei prossimi giorni, in un episodio tutto suo.